Ho un’idea e ora che faccio?
Nella terza lezione (qui la seconda) abbiamo analizzato tutto quel che passa tra l’avere un’idea (geniale, possibilmente) e il farla diventare un progetto imprenditoriale, tenuto conto che non esiste un elenco di azioni che mi porterà sicuramente al successo dato che ogni progetto fa storia a sé.
Intanto è essenziale partire con un chiaro scopo, essendosi dati un obiettivo temporale e sapendo quali sono le risorse disponibili, altrimenti è difficile anche solo parlare di progetto e poi possiamo partire con il circolo virtuoso che mi aiuterà a sviluppare il mio progetto:
- per prima la pianificazione strategica, con tutte quelle domande antipatiche (ci posso fare i soldi con la mia idea? è scalabile? rispondo a una domanda del mercato o devo instillare io il bisogno nei miei potenziali clienti? ho dei concorrenti? ecc.)
- poi l’analisi, il cui punto principale è forse lo studio di fattibilità (nel quale non vale barare! devo guardare al mio prodotto e cercarne tutti i punti deboli, per affrontarli adesso, mica quando sarò in produzione e rischio di pentirmi amaramente)
- dopo viene la progettazione, fisica, ma che deve tenere conto di tanti parametri (come le performance, l’usabilità, la sicurezza – mica solo quella informatica! -, considerare la trasversalità del mio prodotto e valutare tutte le certificazioni necessarie o interessanti)
- finalmente posso passare a produrre (ricordandomi di prioritizzare le funzionalità – il mio frullatore a immersione alla sua prima uscita sul mercato sarà mica nato con le migliaia di accessori che ha oggi, no? – e soprattutto testando ad ogni piè sospinto)
- e infine la manutenzione, il grande bivio nella vita di un prodotto: qui posso imboccare la via della manutenzione evolutiva e rifare uno o più giri del mio circolo oppure attestare la maturità del mio prodotto, sperare che duri il più possibile prima dell’inevitabile declino
Se sono arrivato fin qui con le idee chiare, sono pronto a scrivere il mio progetto. Perché è importante scrivere? Perché formalizzare mi costringere a mettere le cose in fila, una dopo l’altra e controllare che ci sia congruenza da un passaggio all’altro; inoltre è il primo passo per comunicare il mio progetto.
E se ho bisogno di una mano?
Posso rivolgermi a Kublai, l’incubatore per progetti territoriali sostenuto dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica (Min. Svil. Econ., Min. Coesione Terr.).
In Kublai trovo tutor e un coach dei progetti, posso accedere ad una vasta community con tanti skill, se seguo il blog avrò informazioni sui bandi, l’opportunità di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo confrontandomi e discutendo con gli altri progettisti, accesso agli help desk con lo staff e soprattutto.. un’iniezione di buon senso (se necessario!).
Kublai è l’unico ambiente al quale posso rivolgermi prima di aver formalizzato in qualsiasi modo la mia idea. Tutti gli altri (incubatori, seed accelerator) richiedono che prima io abbia le idee ben chiare.
Una risposta
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