iPad

Tra le tante liste che leggo c’è anche quella di LiberLiber: mi piace essere informata su un progetto che stimo molto (e di cui ho rischiato di essere un utente attivo, non fosse che mi sono poi innamorata di Wikipedia!) e seguire i dibattiti interessanti che ogni tanto vi si tengono.
Il 28 gennaio Marco Calvo, presidente dell’associazione LiberLiber, ha scritto una disamina sull’iPad che mi è piaciuta e che, con la sua autorizzazione, ripropongo qui.

Come forse avrete letto, la Apple ieri ha annunciato un nuovo dispositivo, deputato anche alla lettura degli e-book; l’iPad.

Alcuni commentatori hanno sollevato delle perplessità sullo schermo (non a tecnologia e-ink ma LCD, sia pure nella incarnazione più evoluta, con retroilluminazione led che migliora il contrasto) e sul modello di business, costruito intorno a iTunes.

Effettivamente la “chiusura” di alcuni dispositivi (come l’iPhone, ma anche i sistemi operativi come Windows) è contro i consumatori, contro la libera concorrenza, ecc. Ed è un deficit di competenza e di intelligenza della politica non intervenire.

Pensateci: i luoghi fisici (bar, ristoranti, abitazioni private, ecc.) sono ampiamente normati a tutela delle persone, fin nei minimi dettagli (ad esempio per legge i tubi del gas interrati nel pavimento delle cucine devono categoricamente passare a tot centimetri dal muro… l’ho scoperto quando ho ristrutturato casa 🙂 ).
Mentre i luoghi virtuali sono un far west. Non libero e selvaggio come quello dei film, ma al contrario chiuso e protezionistico, come piace alle multinazionali. Luoghi dove la concorrenza deve entrare meno possibile; si veda ad esempio a quanto è lento, instabile e vulnerabile ai virus Windows, e a come sia resa faticosa
l’affermazione delle alternative.

Detto questo, sono un utente (soddisfatto) di iPhone. Le conseguenze negative, concrete e tangibili, della sua chiusura sono ridotte (lo confesso: ciò che mi dà veramente fastidio è l’idea che la piattaforma sia chiusa, poi di fatto veri inconvenienti non li ho mai subiti; non nell’iPhone).

Ciò detto, speriamo che prima o poi la nostra classe dirigente si accorga che milioni di cittadini ormai vivono, lavorano, comprano e vendono in questi luoghi virtuali e che sono urgenti delle norme a nostra tutela (e non contro di noi, come avvenuto fino adesso, vedere l’ultima tassa voluta dal ministro Bondi).

Tornando all’iPad. Se è come l’iPod e l’iPhone, non è vero che non possono essere caricati altri contenuti oltre a quelli iTunes. Su iPod/iPhone si possono tranquillamente trasferire mp3, PDF, e-book, ecc. anche fatti in casa o frutto di digitalizzazione. E anche senza sproteggere il sistema; è previsto e permesso.
Semmai è stato vero il contrario: i file iTunes fino a qualche mese fa non si potevano fruire fuori dalle applicazioni previste, ma per fortuna le major discografiche hanno finalmente rinunciato agli odiosi (e inutili) DRM, per cui ora (da qualche mese) la musica di iTunes è libera.
Gli editori cartacei sono più inesperti e arretrati, e ancora inseguono questa fesseria dei DRM, ma anche per loro sarà questione di tempo.

Quanto allo schermo di iPad, non è certamente riposante quanto uno schermo e-ink. Ma se avrà successo, il nuovo giocattolo Apple, con il suo schermo a colori e molto nitido (grazie ai led), con il suo store online veramente facile e a portata di click (3 miliardi di download da iTunes in meno di due anni, e con un numero di iPhone e iPod venduti tutto sommato ridotto raffrontato ai download) avrà il merito di abituare i consumatori a nuovi modi di fruire della cultura.

Ricordiamolo: queste nuove modalità di fruizione sono una opportunità per le piccole etichette discografiche, e i piccoli editori. Per la controinformazione e per chiunque non abbia la massa critica per dominare il mercato attuale e le sue mastodontiche infrastrutture.

Se avrà successo, l’iPad potrà abbattere qualche sciocco pregiudizio (al prossimo che mi parla del profumo della carta do un calcio sugli stinchi) e alla fine aiutare anche gli e-book con tecnologia e-ink. E poi, metto la mano sul fuoco che la Apple farà un suo dispositivo e-ink non appena la tecnologia sarà matura; e non si può negare alla Apple di saper rendere le cose… non vorrei dire “facili” perché non è questo; le rende “intuitive”, che secondo me è meglio.

Semmai, mi stupisce la mancanza di una webcam. L’iPad è un netbook rivisitato; con Skype built-in e la tecnologia Apple a prova di nonno, poteva davvero portare le video-chiamate a tutti (quando ho aiutato
mia madre a video-chiamare mia zia che vive da decenni negli USA, ha pianto per la felicità; ma di là dell’oceano c’era mio cugino a trafficare con Windows. Mia madre e mia zia da sole non avrebbero saputo video-chiamarsi; con l’iPad probabilmente sì).

Vedremo (è il caso proprio di dirlo… 🙂 ).

Marco Calvo

P.S. Se qualcuno si chiede che c’entrano la musica, i video, le chiamate, ecc. con gli e-book: secondo me c’entrano. Se le “lavagnette” non faranno (bene) tutte queste cose (e qualche altra) rimarranno una nicchia di mercato troppo piccola per essere significativa.

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3 risposte

  1. CristianCantoro ha detto:

    Ciao,
    prova a dare un’occhiata a questo(1).
    Appena ho 300 € da spendere li investo per provarlo ma sono molto fiducioso 😀

  2. Frieda ha detto:

    🙂 Avevo visto dei bei netbook touch screen un sei mesi fa.. non mi ricordo di che marca, colorati, stile iPad, pensati per i ragazzi, senza tastiera.

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